La relazione tra sciamanesimo e isteria artica ha una lunga storia che affonda le sue radici nell’ultimo quarto del XVIII secolo, fino a raggiungere il XX secolo. In questo lasso di tempo viaggiatori, medici, etnografi e psichiatri hanno contribuito a produrre descrizioni della “mente primitiva” e del comportamento sciamanico, presupponendo una forma di instabilità psichica, fuori e dentro la dimensione rituale, ma hanno anche suggerito diverse etiologie, spesso fondate su princìpi non pienamente scientifici. A partire dalle fonti settecentesche, in special modo russe e tedesche, il volume presenta un’operazione archeologica, foucaultianamente intesa, della cultura europea. Tuttavia l’analisi qui proposta non intende offrire una nuova interpretazione psicologica del comportamento sciamanico, ma illustra come la cultura europea abbia individuato la follia nei comportamenti individuali e collettivi che apparivano dissonanti con il milieu “psicologico” dell’osservatore. Il lavoro, dunque, rivolge la lente analitica verso gli studiosi europei che guardavano ai nativi siberiani e ai loro sciamani, e mostra il modo in cui la cultura occidentale ha costruito la figura dello sciamano folle e come è riuscita a “scoprire” una nuova categoria nosografica: l’isteria artica.
Walter Montanari è Dottore di ricerca e Cultore della materia in Storia delle Religioni presso l’Università “La Sapienza”. Ha pubblicato per la serie di Quaderni di Simbologia del Vestire un volume monografico sui costumi rituali degli sciamani siberiani con il titolo Abiti Sciamanici.
Dimensioni | 17 × 24 cm |
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