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Edizioni Nuova Cultura

Il differire della metafora
Il transfert del desiderio da Gregorio di Nissa e Agostino a Ricoeur e Derrida
€24.00

Il culmine della tradizione patristica greca e latina, rappresentato da Gregorio di Nissa e Agostino, può essere restituito come riflessione divergente sulla metafora, cioè sul potere analogico o carismatico di traslazione del desiderio.

Al suo stesso interno la teologia matura di Agostino approda al riconoscimento dello scarto teologico tra due livelli di rivelazione e di senso. Alla platonizzante metafora ontoteologica (lex di translatio dai signa sensibili alla Res trascendente di Dio), ereditata dalla riflessione teologica origeniana nella sua reinterpretazione cappadoce, Agostino sovrappone una metafora differente, “apocalittica”: l’evento indisponibile dello Spiritus, il Dono indebito di grazia, pensato come Metafora carismatica, Transfert della santa concupiscenza, che elegge la peccaminosa libertà dell’uomo, muovendola irresistibilmente alla salvezza.

Pensatore di Dio come Essere immutabile e confessore dell’evento della grazia, iniziatore della storia occidentale della memoria abitata da Altro come scaturigine delle ermeneutiche della storicità, Agostino continua ad essere privilegiato oggetto di interpretazione di due importanti e divergenti teorie contemporanee della metafora: l’ermeneutica dell’incondizionato e l’ontologia dell’inesauribile di Ricoeur e la decostruzione aperta all’evento del “Vieni!” di Derrida.

Ma mentre la decostruzione del cristianesimo di Derrida privilegia l’interpretazione del dono e della decisione passiva dell’antiumanistico Agostino, la prospettiva di Ricoeur converge con quella umanistico-cristiana di Origene e ancor più con quella di Gregorio di Nissa.

Il più speculativo dei Padri cappadoci “inventa” il pensiero dell’infinità incomprensibile di Dio, dell’intelligenza come sapere congetturale dell’inesauribile, del desiderio spirituale come protensione infinita nell’interpretazione allegorica delle metafore analogiche, attraverso le quali il Logos chiama la libertà della creatura alla responsabilità di una testimonianza fedele, quindi a un’impossibile, eppure estatica unione mistica.

Se Agostino e Gregorio propongono due diverse intelligenze dell’intimo differire del pensiero teologico, quindi due diverse interpretazioni del transfert del desiderio cristiano e del suo paradossale godimento, essi continuano a differire nella ricerca rigorosamente filosofica, non dogmatica e laicamente decostruttiva di due dei massimi pensatori contemporanei.

Gaetano Lettieri (Roma, 1961) è professore ordinario di Storia del cristianesimo e delle chiese e di Storia delle dottrine teologiche presso Sapienza Università di Roma. Indaga la storia delpensiero cristiano dalle origini alla contemporaneità e ha studiato genesi delle eresie e mito di Simon Mago, gnosticismo, teologie patristiche e loro fortuna medievale e moderna, storia dell’ermeneutica biblica e della mistica cristiana, teologia politica, secolarizzazione e dispositivo cristiano operante nell’idea di democrazia. Sta portando alla luce un finora ignoto Machiavelli cortigiano “pontificio”, interprete antiluterano di Erasmo e protagonista nelle guerre ideologiche e militari dei papi medicei.

Anno: 2021
Pagine: 234
Formato: 17 x 24 cm
Peso Kg:
Colore: B/N
Copertina: Morbida
Legatura: Brossura
Lingua: Italiano
ISBN: 9788833651057

Il differire della metafora
24.00
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