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Edizioni Nuova Cultura

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Profili processuali del costituzionalismo plurale

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Principi a carattere costituzionale sono contenuti non solo nella Costituzione della nostra Repubblica ma anche nelle convenzioni sovranazionali di tutela dei diritti dell’uomo, nel diritto dell’Unione europea, nel diritto consuetudinario internazionale, nel diritto dell’Organizzazione del Commercio Internazionale, in ulteriori carte di tutela dei diritti umani ed in trattati commerciali approvati da Stati americani, africani; nei trattati istitutivi di Corti penali internazionali, ecc.
In genere questi trattati e queste convenzioni sono presidiati da organi giurisdizionali che ne interpretano e ne rendono effettive le clausole. Nasce, così, un costituzionalismo non incoerente, per l’ispirazione comune delle diverse convenzioni e dei diversi trattati suddetti e per l’attenzione che ciascuno Corte presta alla giurisprudenza delle altre, ma di certo plurale. Questo costituzionalismo plurale pone, peraltro, anche problemi processuali che derivano dalla parziale sovrapposizione tra le varie giurisdizioni sovranazionali e fra queste e le giurisdizioni nazionali. Problemi di litispendenza, continenza, competenza sorgono accanto a problemi di contraddittorietà dei giudicati, resi fra le medesime parti ed in relazione alla medesima pretesa; o di giudicati fra loro incompatibili resi anche tra parti diverse, quando la parte soccombente in uno di essi possa o debba rivalersi nel confronti della parte vincitrice nell’altro, così eliminando il vantaggio della vittoria ottenuta. Non esiste perfetta coincidenza tra queste diverse aree problematiche, in conseguenza di vari fattori, tra i quali il carattere necessariamente successivo di alcuni giudizi rispetto ad altri, la identificazione delle azioni, nella giustizia del costituzionalismo plurale, anche in base al parametro, ecc.; mentre quella degli effetti della contraddittorietà fra giudicati finisce con l’essere l’ultima e più difficile linea di consistenza di un costituzionalismo plurale, non certo assorbita dalla tendenziale ed accennata coerenza dei contenuti giurisprudenziali. Su questi temi la presente opera avvia una discussione critica.


Augusto Cerri insegna Istituzioni di diritto pubblico e Giustizia costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Sapienza di Roma. Nato nel 1942, si laureava, con il massimo dei voti e la lode, con il prof. Carlo Esposito, che proponeva la pubblicazione di parti della tesi. Venuto meno prematuramente il prof. Esposito, il Cerri frequentava l’istituto di diritto pubblico sotto la guida del prof. Vezio Crisafulli e di Aldo Maria Sandulli. Entrava in magistratura nel gennaio del 1970 e veniva chiamato a collaborare con il giudice costituzionale prof. Leopoldo Elia, fin dall’estate del 1976. Vinceva all’unanimità il concorso per professore ordinario nel 1980 ed entrava in servizio in tale qualità a decorrere dal gennaio 1981. I suoi studi vertono principalmente sui principi di eguaglianza e di imparzialità, sulla giustizia costituzionale, sulle libertà civili. Oltre a note a sentenza, articoli, libri, ha scritto, in particolare, la voce Judicial Review of Statutes, in IVR INT. L Association of Philosophy of Law and Social Philosophy. Encyclopaedia of Jurisprudence, Legal Theory and Philosophy of Law, Berlin: IVR, 1995.

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Peso 0.162 kg
Dimensioni 24 × 17 cm
Profili processuali del costituzionalismo plurale
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