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Edizioni Nuova Cultura

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Lasciarsi riconciliare e il dramma della vita giusta

20.00

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Le variazioni interpretative intorno al mistero della differenza, tema capitale e trasversale del pensiero occidentale, ne hanno determinato la vicenda storica e l’itinerario teorico. Il ’900 ha declinato la differenza sul registro dell’intersoggettività: la relazione, dialogica o dialettica che sia, l’alterità, quella del prossimo o dell’estraneo, la trascendenza, quella che abita la stessa finitezza o quella propria dell’infinito reale, la distanza infine, che sdoppia l’unità del soggetto stesso fra l’io e il sé, fra l’agire e il patire, fra l’essere-sé e l’essere-legame, sono il crocevia a cui si sono dati appuntamento, non senza tensioni teoriche e pratiche – la filosofia, la teologia e le scienze umane. Il primo risultato di tale incontro fra tutte le discipline che si interessano dell’uomo è di aver fatto breccia e di aver scardinato le pretese del soggetto moderno, con i suoi ideali di una coscienza autocertificata e di una libertà autodeterminata: ne è emersa la convinzione che il soggetto non è tale, con tutta la sua irriducibilità, se non entro un reticolo di condizioni e condizionamenti. L’altro risultato, reso evidente nella congiuntura attuale, caratterizzata dalle ambivalenze del passaggio al post-moderno, è che l’interpretazione del soggetto come alterato ha accumulato così tante evidenze e riscontri, da indurre il pensiero a dimettere l’idea stessa di soggetto! In breve: nel passaggio dal modernità alla post-modernità, l’ambivalenza attivo-passiva del “soggetto”, dopo essersi reattivamente sbilanciata sul versante passivo, ora viene traghettata al di là dell’attivo e del passivo. Qualcuno parla di passaggio al “post-umano”. Da questa vicenda si comprende l’apprezzabilità e l’urgenza di accreditare e di sviluppare le potenzialità della categoria del “dramma” sul quale si incentra il presente lavoro. Esso è maturato in un’intelligente frequentazione del dibattito filosofico e teologico, non meno che in un appassionato impegno pratico in campo educativo e pastorale. I possibili benefici di un pensiero elaborato in chiave drammatica si estendono a tutti i domìni del sapere: inducono la filosofia a congedare definitivamente approcci essenzialistici, liberano le scienze dalla schiavitù dell’empirico, incoraggiano le scienze umane ad un esame dei fenomeni umani, individuali o collettivi, più consapevoli di quell’eccedenza della libertà umana, interpellata dall’eccedenza del mistero divino, che è il fattore costitutivo e l’energia propulsiva di tutto ciò che è storia, cultura, civiltà.
Ora, se c’è un tema che può scoraggiare definitivamente ogni presunta o pretesa compattezza del soggetto moderno, ma anche che argina ogni tentativo di liquidazione post-moderna del soggetto stesso, e che ne certifica positivamente lo statuto drammatico, è il tema della colpa, e con esso, la questione di una possibile redenzione. (dalla Prefazione di Roberto Carelli.


Vincenzo Salerno (Pordenone, 1972), salesiano sacerdote. È vicedirettore della Comunità per Minori multiproblematici “La Viarte”, dove vive e svolge la sua attività di educatore e anche di incaricato delle attività pastorali giovanili e di prevenzione sul territorio. Svolge un consistente lavoro di consueling esistenziale e di direzione spirituale rivolto in particolare a giovani e famiglie. È laureato in Filosofia (Università di Trieste), con una tesi su P. Ricoeur (sotto la guida del prof. R. Cristin), in Teologia (UPS – Torino), e in Pedagogia Sociale (UPS – aggregazione di Mestre). È dottorando (Losanna – Svizzera), con un lavoro di ricerca sul rapporto tra neurobiologia, coscienza e neuroetica, sotto la guida di A. Bondolfi e R. Cèlis.
È Direttore del corso di Educatore Sociale e docente di filosofia delle scienze psicologiche e di teologia dell’educazione presso lo IUS (aggregazione UPS di Mestre). Le sue pubblicazioni: L’autorità in educazione (con L. Benvenuti-C. Vecchiet), Editrice Nuova Cultura, Roma (2009), Educazione formato famiglia (con L. Benvenuti-C. Vecchiet), Editrice Nuova Cultura, Roma (2010), Azione e narrazione. Il dramma della vita buona. Un percorso con P. Ricoeur per pedagogisti ed educatori (prefazione di G. Vico), Vita e Pensiero, Milano (in corso di pubblicazione). L’ambito di ricerca è attualmente il rapporto tra teologia, filosofia, psicologia (in particolare studia Lacan e Freud; e l’approccio fenomenologico alle questioni fondative delle scienze psicologiche, nel confronto con le scienze cognitive, la neuroscienza e la filosofia della mente), e pedagogia sociale (attorno al tema del capitale sociale).

Pagamento sicuro garantito
Peso 0.205 kg
Dimensioni 20 × 14 cm
Lasciarsi riconciliare e il dramma della vita giusta
20.00
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