Peso | 0.212 kg |
---|---|
Dimensioni | 20 × 14 cm |
Metamorfosi dello sguardo
€20.00
Costi per la spedizioneOggi quando si parla di un nuovo museo si sta parlando di qualcosa di più che di un luogo per la contemplazione più o meno estatica di opere classifficate come artistiche.
Il Museo, in quanto composizione di uno spazio architettonico, collezione di opere e proposta di visione delle stesse, può essere analizzato in termini discorsivi? È possibile e pertinente interrogare il Museo come se fosse un testo, come espressione di un fare collettivo significante e cercare di leggervi la manifestazione (una delle tante) dell’immaginario sociale? Diverse spiegazioni di taglio sociologico hanno tentato di spiegare questa “mania dei musei” che costituisce parte integrante del nostro tempo, il testo di Santos Zunzunegui adotta invece una prospettiva di taglio semiotico, cercando di comprendere il funzionamento significativo dell’oggetto museo.
Santos Zunzunegui insegna Comunicazione audiovisiva presso la Facoltà di Scienze sociali e della comunicazione dell’Università dei Paesi Baschi. Si interessa principalmente di teoria e storia del cinema, teoria dell’immagine, semiotica e teoria del discorso. Tra i suoi lavori Historias de España, De qué hablamos cuando hablamos de cine español (2002), Robert Bresson (2001), Orson Welles (2005), Las cosas de la vida. Lecciones de semiótica estructural (2005). Co-editor di diversi volumi della Historia general del cine (1993-1996), di Modes of Representation in Spanish Cinema (1998) e Contracampo. Ensayos sobre Historia y Teoría Fílmica. È stato vicepresidente dell’Associazione spagnola degli storici del cinema e dell’Associazione basca di Semiotica.