Peso | 0.292 kg |
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Dimensioni | 20 × 14 cm |
Antropologia dell’ascolto
€25.00
Costi per la spedizioneIl lavoro dell’antropologo deve caratterizzarsi sempre più consapevolmente e metodologicamente come un approccio dell’orecchio, vale a dire una modalità di relazione più ravvicinata e intima come può essere l’area uditiva del bisbiglio, onnicomprensiva e sferica come lo è la percezione dell’orecchio, tumultuosa e caotica come possono esserlo a volte i suoni, irrazionale e incomprensibile come il primo approccio con una nuova lingua della quale viene compresa soltanto la novità sonora dei fonemi, psicologicamente destabilizzante e produttrice di equivoci come i rumori di cui non si decodifica il significato.
Antonello Ricci, è professore associato presso il Dipartimento di Storia, Culture, Religioni, insegna discipline Demoetnoantropologiche nei corsi di laurea triennale in Teorie e pratiche dell’antropologia, di cui è attualmente coordinatore, e Magistrali in Musicologia e in Discipline etnoantropologiche, Facoltà di Lettere e Filosofia, “Sapienza” Università di Roma. Conduce ricerche sul campo nel Centro e Sud Italia su temi riguardanti la cultura pastorale, l’ascolto, la museografia etnografica, l’etnografia visiva, l’antropologia dei suoni. Ha scritto, fra l’altro: Ascoltare il mondo. Antropologia dei suoni in un paese del Sud d’Italia, 1996; I suoni e lo sguardo. Etnografia visiva e musica popolare nell’Italia centrale e meridionale, 2007; con Roberta Tucci La capra che suona. Immagini e suoni della musica popolare in Calabria, 20042; con Francesco Faeta (a cura di), Le forme della festa, 2007.