Percorsi di studio universitari. Monitoraggio delle matricole e indagine sugli studenti “inattivi”

La collana raccoglie i lavori prodotti nel corso di esercitazioni di ricerca condotte nei Corsi di Laurea in Scienze dell’Educazione della Sapienza (I e II livello).
Le esercitazioni di ricerca sono parte centrale dell’attuale offerta formativa dei corsi di laurea di nuovo ordinamento e proseguono l’intensa attività di ricerca inaugurata da Aldo Visalberghi e Maria Corda Costa con la scuola pedagogica romana. Esse affrontano tematiche di ricerca educativa e costituiscono una occasione formativa di natura teorica ed esperienziale, con­sen­tendo agli studenti di poter mettere in pratica un percorso di ricerca/studio, dalla fase di attivazione a quella di pubblicizzazione dei risultati, e di acquisire tecniche e strategie di anali-si e di ricerca.
I rapporti di ricerca pubblicati in questa collana sono quindi il frutto del lavoro di studenti con la supervisione dei docenti che coordinano le diverse esercitazioni.
Tra le molte forme della dispersione universitaria vi è il fenomeno dell’inattività, cioè di quegli studenti che non hanno superato alcun esame o acquisito crediti nel primo o successivi anni di corso (definiti così “inattivi” per quell’anno). Il tasso di inattività degli studenti universitari, da considerarsi tra gli indicatori della dispersione negli studi, è, a livello nazionale, pari a 20-25% dell’intera popolazione di immatricolati del vecchio ordinamento, e del 15-20% dell’intera popolazione di immatricolati del nuovo ordinamento (CNVSU, 2008). Dati allarmanti, che hanno indicato le piste di lavoro per questa esercitazione di ricerca universitaria: proseguire l’analisi delle matricole del Corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione nell’a.a. in corso, e monitorare gli studenti “inattivi” nella Facoltà di Filosofia e in particolare per i corsi di laurea Pedagogici analizzarne le motivazioni.
I risultati del monitoraggio e dell’indagine hanno permesso di evidenziare l’entità del fenomeno dell’inattività, ma pongono all’università di fronte all’esigenza di predisporre strategie efficaci di prevenzione e recupero degli inattivi, puntando sul miglioramento qualitativo dei servizi di informazione e di orientamento, ma anche su una maggiore differenziazione e flessibilizzazione delle offerte formative.